Virus#Blisterart

di Guido Talarico

Ci sono degli artisti che leggono i tempi in cui vivono, altri invece che li anticipano. Alessandro Sansoni appartiene alla seconda categoria, quella degli anticipatori. La “blister art”, movimento da lui fondato, era partita con la profetica opera “Virus”, un lavoro nato ben prima che la pandemia da Covid 19 stravolgesse il destino del mondo. In “Virus” per la prima volta Sansoni trasforma i classici contenitori di medicinali in “medium” utilizzandoli come simbolo del passaggio dal dolore al sollievo, dalla malattia alla guarigione. Un mezzo carico di significati perché racchiude in se questi concetti ma anche molti altri. Ad esempio il valore della medicina e l’accesso alle cure, oppure la sostenibilità economia e ambientale dei farmaci, il diritto alla salute e il potere dell’industria farmaceutica.

Alessandro Sansoni

Insomma, in questo nuovo millennio viviamo senza rendercene conto circondati da “blister”. Li usiamo quotidianamente senza comprendere a fondo il portato del contenitore, il suo valore ulteriore rispetto all’impiego fisico. Sansoni invece ci lavora e partorisce una sua poetica che nasce da uno scampato pericolo, da un dolore personale, da una di quelle esperienze che ti costringono a pensare non solo a te stesso ma a come la vita tua e di chi ti sta vicino, così come quella dei milioni di altre persone che vivono altre esperienze analoghe, possa cambiare grazie ad un corretto rapporto con la cura. I blister sono i compagni di viaggio del malato, scandiscono le sue giornate, gli ricordano di continuo la partenza e l’arrivo di un percorso che può essere molto pericoloso.

La “Blister Art” come corrente artistica è stata presentata nella sua forma più complessa in una mostra d’anteprima organizzata da Artemedias, nell’ambito del progetto “FarMuseum” e svoltosi a Contrada Guido, in Calabria. Un progetto che si basa sulla diffusione dell’arte con la logica della prossimità e del rispetto ambientale. In altre parole, partendo dal concetto fondante della sostenibilità delle produzioni culturali, Artemedias punta a dare visibilità e sostegno ai lavori concepiti sin da principio per essere condivisi non solo nei luoghi deputati, come musei e gallerie, ma anche in luoghi atipici come aziende agricole o fabbriche dismesse.

Sansoni, nell’anteprima organizzata da Artemedias, ha raccontato come è nato il suo progetto e quali siano le prossime sfide. Il suo racconto parte dal dolore. “Tutto inizia qualche hanno fa, quando vengo catapultato in ospedale. Il motivo del ricovero è semplice, sto avendo un infarto. Dopo aver superato perlomeno fisicamente questa esperienza, abbastanza forte, rientro nella vita normale di tutti giorni. Ma qualcosa è cambiato nei ritmi della mia vita quotidiana: devo ogni giorno prendere diverse medicine… Quindi incomincio a accumulare diversi blister, i contenitori in plastica di pillole, il che mi fa pensare a come poter volgere e trasformare in qualcosa di creativo questa brutta esperienza”.

Batman2#Blisterart

Da qui, da un ricovero per infarto, nasce l’idea del riuso artistico dei contenitori di medicinali. “In quei giorni trascorsi in ospedale – ricorda Sansoni – incomincio ad accarezzare l’idea di aggiungere alle opere d’arte da me prodotte i blister per consolidare l’idea del riciclo, della trasformazione. Qualche anno dopo, il mondo viene sconvolto dalla pandemia del virus covid 19. Tutti ci scopriamo più fragili, più deboli, molte persone perdono la propria vita. E la stessa vita di tutti giorni è trasformata, sconvolta, cadenzata da ritmi diversi. Il mondo si scopre più fragile. Per chi come me nel passato artistico aveva utilizzato in qualche maniera, talvolta ironica, la figura del supereroe, è giocoforza intuitivo pensare ad un utilizzo del supereroe e dei blister che portano subito all’idea di malattia e di precarietà. Il contrasto è forte ma ironico. Dritto ma iconico”.
La violenza di un colpo al cuore, attutita dall’ironia. La precarietà, la caducità, la fragilità di ogni vita umana puntellate, sostenute, sconfitte dalla fantasia. “Da sempre – spiega Sansoni – il supereroe ha fatto parte della mia cultura adolescenziale e per un lungo periodo non sono mancate le citazioni nelle mie opere che ribadivano il mio amore la mia necessità di rapportarmi a figure “oltre”, superiori, con il loro potere la loro forza e perché no, le proprie nevrosi e debolezze. Il capitolo successivo della mia vita e della mia crescita (anche artistica) è legato indissolubilmente all’inconscio, allo scavare dentro di noi e finisce con la memoria del sogno”.

Dopo “Virus” e appunto dopo la decisione di dare corpo a questa corrente artistica dedicata ai contenitori di medicine usati, nasce il progetto la cui opera prima si intitola”Batman1#blisterart” (opera in basso). In questo lavoro vi è una forte componente concettuale dedicata al Coronavirus. Se infatti i supereroi fanno parte del bagaglio espressivo naturale di Sansoni, in questo caso l’opera “Batman” assume un significato ulteriore rispetto alla fumettistica e agli stessi blister che la compongono. E’ nota a tutti infatti la narrativa che vuole i pipistrelli come animali portatori del Coronavirus. Leggenda o meno che sia, questo rapporto tra il pipistrello e il virus calza così alla perfezione nella narrazione di Sansoni che oscilla tra malattie e guarigioni, tra baratro e salvezza, tra bene e male. E’ un modo coraggioso – quello di Sansoni – di toccare il tema della lotta, della cura come unico antidoto alle infezioni.

Sansoni e Talarico Batman2#Blisterart

Ma la strada di Sansoni non si ferma al Coronavirus. La sua “Blister art” già punta ad altro. La pandemia ha indicato una strada che durerà nel tempo e che l’artista di sicuro continuerà a trattate, ma non è la sola. Sansoni lo lascia soltanto intendere senza entrare troppo nel dettaglio, ma un altro tema che toccherà, con la logica del riciclo e del riuso dei blister, è quella delle armi, altra piaga contemporanea.

La scoperta della fragilità del mondo – ha detto Sansoni – è anche la mia. Da qui la necessità di trasformare gli scarti di una medicina che fa discutere ma che ridiventa fondamento della esistenza. Gli scarti sono come il letame. Utilizzati in una certa maniera possono dare bellezza e quindi felicità”.

Sansoni è pronto a mettersi in gioco anche in termini produttivi, così ha colto l’occasione della presentazione organizzata da ArteMedias per dirsi disponibile a fare anche lavori site specific o ad organizzare eventi locali che facilitino l’accesso ai lavori contemporanei anche da parte dei territori più periferici. “Penso sia il dovere di ogni artista – ha detto Sansoni – mettere a disposizione degli altri il proprio lavoro e saper cogliere le sfide. Io sono pronto a farlo, sono pronto a collaborare con Artemedias per rendere ancor più fruibile la mia Blister Art”.

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