Giorgia Meloni ha concluso il G20 a Bali con l’incontro con il presidente cinese, Xi Jinping. Nel corso dell’incontro i due leader hanno convenuto sulla necessità di rilanciare i rapporti tra i due Paesi e collaborare sulle sfide globali. Al termine delle 48 ore nessun chiarimento con il presidente francese Macron. Meloni: “Il G20 non è il luogo adatto per dirimere questioni europee”
di Mario Tosetti
Il G20 a Bali può considerarsi un successo nell’ottica della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e di tutto il governo del centrodestra: Meloni ha incontrato tutti i leader che contano, chiudendo la girandola dei bilaterali con un colloquio di circa un’ora con il presidente della Cina, Xi Jinping.
“Nel colloquio sono stati toccati anche i rapporti tra Ue e Cina, auspicando un loro rilancio. La presidente Meloni ha rilevato l’importanza che riprendano tutti i canali di dialogo, incluso quello in materia di diritti umani”, si legge in una nota diffusa da Palazzo Chigi che sottolinea come Meloni abbia “espresso l’interesse del governo italiano a promuovere gli interessi economici reciproci, anche nell’ottica di un aumento delle esportazioni italiane in Cina”.
Nel corso del loro bilaterale Xi e Meloni hanno poi riconosciuto “la necessità di collaborare per l’efficace gestione delle più gravi e impellenti sfide globali e regionali”, con “particolare attenzione alla guerra in Ucraina e alle sue conseguenze. Hanno convenuto che occorre promuovere ogni iniziativa diplomatica per porre fine al conflitto ed evitare un’escalation”. Al termine del colloquio di oggi, il presidente cinese Xi Jinping ha invitato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a effettuare una visita in Cina. Un invito che Meloni ha accettato.
Dunque, il punto focale della discussione è stato rilanciare i rapporti con la Cina, a partire dall’export del made in Italy e rafforzare i rapporti con gli Usa, alleato principale e strategico, oltre che disponibile a dare all’Europa più Gnl e a intervenire per ottenere prezzi scontati.
Sia l’ufficio stampa italiano che quello cinese hanno definito l’incontro “molto cordiale”. I due leader avevano necessità di conoscersi ed entrambe le delegazioni hanno accuratamente evitato di sfiorare temi che potevano rivelarsi motivo di attrito. Nel corso del bilaterale si è, quindi, evitato di fare accenno, ad esempio, alla questione di Taiwan, quantomeno non esplicitamente, né della Nuova via della Seta, nella consapevolezza peraltro che il faccia a faccia avrebbe avuto certamente risonanza nelle cancellerie internazionali, a partire da Washington. Meloni, comunque, secondo quanto riferito da Palazzo Chigi avrebbe quindi sfiorato il nodo del dei “diritti umani”, rilevando la generica necessità che si “riprendano tutti i canali di dialogo”.
Nel corso del G20, tuttavia, non è arrivato l’atteso chiarimento con il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo lo scontro sui migranti. In proposito la premier ha tagliato corto: “non abbiamo bisogno di arrivare a Bali per questo”. Ad ogni modo sono stati in molti quelli che hanno notato che tra Meloni e Macron non vi è stato alcuno scambio di sguardi, neppure durante la lunga passeggiata nella foresta di Mangrovie. Sulla questione del dossier migranti, comunque, Meloni ha “passato la palla” al presidente del Consiglio Ue, Charles Michael, a sottolineare come la questione rilevi da un punto di vista comunitario piuttosto che nel rapporto tra due nazioni. Giorgia Meloni ha, inoltre, sostenuto come il G20 non sia il luogo adatto a dirimere “querelle” solo europee visto che ci sono i rappresentanti di tutto l’emisfero.
La premier, comunque, al termine del G20 ci ha tenuto a sottolineare che secondo lei l’Italia è stata “protagonista” del vertice, e non solo per la “curiosità” e l’interesse suscitato dal fatto di essere l’unico Paese guidato da una donna ma anche perché il suo governo “solido e stabile” ha un’orizzonte “lungo” a cui guardare.
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