La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue. La premier nel suo discorso ha ribadito il pieno sostegno all’Ucraina, anche militare, ricordando la necessità che l’Ue resti unita
di Corinna Pindaro
La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni della Premier, Giorgia Meloni, in prossimità del Consiglio europeo con 199 voti a favore, 57 contrari (M5s e Verdi-Sinistra) e 86 astenuti (Pd e Azione-Iv). Sono state approvate, inoltre, le risoluzioni del gruppo dei dem e del Terzo Polo, dalle quali sono stati rimossi alcuni punti come richiesto dal governo. Non sono passate, invece, le risoluzioni proposte dai cinquestelle e Verdi-Sinistra. Sulla stessa linea – a fine giornata – la votazione della Camera, dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto: l’aula ha approvato le risoluzioni di maggioranza, Pd e Azione-Italia Viva sulla prosecuzione dell’invio di armi a Kiev.
Meloni: “L’Ue sia unita”
Giorgia Meloni nel sue Comunicazioni in Aula alla Camera, in vista del Consiglio Ue ha affermato: “l’Ue deve restare unita nel sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa, anche su questo non abbiamo cambiato idea, le nostre convinzioni non mutano se siamo al governo o all’opposizione”, “il governo ribadisce il suo pieno appoggio a Kiev in tutte le dimensioni interconnesse anche sul piano militare” anche perché “il conflitto non coinvolge solo il futuro dell’Ucraina, ma l’intera Europa. Il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti, per questo con convinzione e a viso aperto continueremo a sostenere il cammino in Europa dell’Ucraina e a sostenere gli sforzi per la pace”.
“Non dobbiamo consentire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come gia’ sta facendo con il gas e il petrolio”, ha aggiunto Meloni specificando: “Vogliamo vigilare sulle conseguenze delle sanzioni e sulle ricadute sul piano energetico e occupazionale”, ha assicurato Meloni in vista del “nono pacchetto di sanzioni Ue” alla Russia. In proposito la Premier ha dichiarato che il governo si è posto nei confronti delle sanzioni “con spirito aperto e mirato a imporre alla Russia costi che devono essere superiori a quelli che pagano gli stati Ue. Le sanzioni che certo sono dolorose per il nostro tessuto produttivo ma hanno dimostrato efficacia e di avere un ruolo fondamentale per la fine del conflitto e portare ai negoziati”.
La raffineria Lukoil di Priolo, che ha rischiato di chiudere proprio a causa delle sanzioni “continuerà a lavorare anche dopo il divieto di importazione del greggio russo – ha assicurato la presidente del Consiglio – il governo è intervenuto su uno dei tanti dossier irrisolti, difendendo i livelli occupazionali, abbiamo messo in sicurezza 10mila lavoratori: difendere l’interesse nazionale significa non scaricare sugli italiani i costi delle sanzioni alla Russia”.
Nel corso delle comunicazioni della Premier non poteva mancare un accenno ai rapporti tra Ue e Nato. “L’autonomia strategica dell’Ue deve essere interpretata come un’opportunità di rafforzare le proprie capacità di difesa, quale pilastro europeo in ambito Nato”, ha evidenziato Meloni aggiungendo, “Gli Stati Uniti riconoscono all’Europa il ruolo di partner di prima istanza. La crisi ucraina ha mostrato come dinanzi alle minacce la compattezza e il ruolo politico dell’Unione sia essenziale. L’ Italia sostiene una più stretta collaborazione tra Ue e Alleanza atlantica, e una rinnovata unità di intenti nei settori di interesse comune”.
Tuttavia, Meloni parlando degli Usa ha sollevato “preoccupazioni” in relazione al cosiddetto “Inflation Reduction Act”, il piano degli Stati Uniti contro l’inflazione in quanto “non possiamo nascondere i potenziali effetti distorsivi e discriminatori verso le imprese europee che potrebbe generare”, ha spiegato la presidente del Consiglio.
La Premier ha, poi, espresso insoddisfazione per quanto riguarda la gestione del problema energetico da parte dell’Ue. “Da mesi l’Italia è in prima fila per un tetto dinamico dei prezzi. Per ora la risposta della Commissione europea è insoddisfacente e inattuabile. E’ fondamentale porre un argine alla speculazione: la posta in gioco sull’energia è molto alta perché definisce la capacità dell’Europa di difendere le sue famiglie e le sue imprese “evitando di avere “un’ Ue a due velocità” ha detto la presidente del Consiglio.
Sul dossier migranti, invece, Giorgia Meloni ha annunciato: “Lavoriamo per fare dell’Italia la promotrice di un piano Mattei per l’Africa che non sia predatorio, ma collaborativo fondato su uno sviluppo che garantisca crescita e dignità” a quei Paesi. “Con oltre 94 mila arrivi l’Italia sta sostenendo l’onere maggiore per la protezione delle frontiere esterne dell’Ue di fronte al traffico degli esseri umani. Non vogliamo fingere che vada bene così perché quando leggo notizie di scontri a fuoco tra forze libiche e trafficanti o di scafisti pronti a gettare persone in mare credo che continuare ad arricchire cinici questi schiavisti del terzo millennio nulla abbia a che fare con il concetto di solidarietà”. E ha proseguito: “Di fronte a un fenomeno di tale portata è necessario responsabilizzare non solo l’Unione europea nel suo complesso ma anche i Paesi della sponda sud del Mediterraneo. L’Ue deve rilanciare gli impegni con i partner africani. Il fianco Sud, inoltre, non è meno importante del fianco Est e ci impegneremo affinché vengano affrontati con la stessa attenzione”.
Giorgia Meloni è riuscita, infine, ad accaparrarsi un plauso unanime da parte di tutta l’Aula scagliandosi contro quanto sta accadendo in Iran. soprattutto inaccettabile. Questo governo sarà sempre impegnato per la difesa e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali”, ha affermato la Premier.
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