In un’esplosione in un bar a San Pietroburgo ha perso la vita il noto blogger militare russo Vladlen Tatarsky. Per il momento non vi è stata alcuna rivendicazione di responsabilità ma se fosse confermato che l’uccisione era mirata si tratterebbe dell’omicidio seconda persona pubblica russa coinvolta nella guerra in Ucraina

di Corinna Pindaro

Una bomba è esplosa a San Pietroburgo causando oltre 30 feriti di cui 24 sono ricoverati negli ospedali e la morte del noto blogger russo Vladlen Tatarsky. Maxim Fomin, vero nome di Tatarsky, era uno dei più seguiti blogger militari con un bacino di oltre 560.000 follower, noto per essere un fermo sostenitore di Mosca nella guerra in Ucraina.

“Alle 18:13 locali, la polizia del distretto di Vasileostrovskiï ha ricevuto informazioni su un’esplosione in un caffè sull’argine Universitetskaïa, al numero 25”, è la prima indiscrezione circolata e secondo quanto riporta la Tass si trattava dello “Street Food Bar No. 1” situato lungo la Neva, non lontano dal centro storico di San Pietroburgo. La dinamica dell’esplosione è descritta da Ria Novosti che citando una fonte racconta che atarsky stava incontrando membri del pubblico e che una donna gli avrebbe regalato una scatola contenente una statuetta che sarebbe esplosa. Il ministero dell’Interno russo ha detto che tutti i presenti nel bar al momento dell’esplosione sono stati “controllati per il coinvolgimento” . Su un canale Telegram  con collegamenti nelle forze dell’ordine russe, è circolato un video che mostra  Tatarsky, microfono in mano, mentre viene presentato e riceve una statuetta di un soldato con l’elmetto. Per il momento, secondo quanto riportano i media russi, non vi è stata alcuna rivendicazione di responsabilità.

Il gruppo Cyber Front Z,che sui social si autodefinisce “i soldati dell’informazione russa”, ha reso noto di aver affittato il caffè per la serata denunciando che si è trattato “di un attacco terroristico. Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate”, ha detto il gruppo su Telegram.

Un sito web di San Pietroburgo ha riportato che l’esplosione è avvenuta in un caffè che un tempo era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin, il cui nome è stato anche collegato al Gruppo Wagner.

Qualora venisse confermato che Tatarsky sia stato deliberatamente preso di mira, si tratterebbe del secondo assassinio in Russia di una persona pubblica direttamente collegata al conflitto in Ucraina. La prima è stata Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un’autobomba vicino a Mosca, in questo caso sono stati accusati i servizi segreti ucraini che hanno però negato il loro coinvolgimento.