Il secondo giorno di esercitazione al largo delle coste di Taiwan prosegue con simulazioni di bombardamenti contro l’isola e attacchi di precisione sia via terra che via mare. L’obiettivo è dare un chiaro segnale all’isola

di Carlo Longo

L’isola di Taiwan è circondata da undici navi da guerra e 70 aerei cinesi in occasione della preannunciata esercitazione militare che durerà ancora un altro giorno. Lo fa sapere il ministero della Difesa di Taipei aggiornando il numero di mezzi militari presenti.

Il ministero ha inoltre reso noto che sta monitorando i “movimenti militari cinesi attraverso un sistema congiunto di sorveglianza e ricognizione dell’intelligence”, specificando che gli aerei da guerra rilevati fino alle 12 ora locale (le 6:00 in Italia) includevano un mix di jet da combattimento e bombardieri.

Nel corso delle esercitazioni la Cina ha simulato bombardamenti contro l’isola. Pechino ha definito l’esercitazione “un serio monito” contro le istanze indipendentiste manifestatesi con  l’incontro tra la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, e lo speaker della Camera Usa, Kevin McCarthy. Secondo quanto riporta la televisione di stato cinese le  esercitazioni mirano a misurare la capacità della Cina di “prendere il controllo del mare e dello spazio aereo al fine di creare deterrenza e accerchiamento totale” di Taiwan.

La tv statale ha, inoltre fatto sottolineato come siano stati compiuti “simulati attacchi di precisione congiunti contro obiettivi chiave sull’isola e nelle acque circostanti” e  che l’aviazione ha schierato decine di aerei per “volare nello spazio aereo dell’obiettivo” e le forze di terra hanno effettuato esercitazioni per “attacchi di precisione su più obiettivi”.

Lo scopo è chiaro a tutti e ribadito in ogni circostanza: si vuole lanciare “un serio avvertimento contro la collusione e le provocazioni tra le forze separatiste per l’indipendenza e quelle esterne”.

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