La salma è stata riconosciuta da uno dei comandanti della compagnia. Il presidente russo, ritenuto da tutti gli osservatori come il mandante dell’incidente aereo, ha rotto il silenzio e ha annunciato un’indagine approfondita sull’abbattimento del jet che è costato la vita al capo della Wagner

di Corinna Pindaro

Yevgeny Prigozhin è morto. Il suo corpo è stato identificato da uno dei comandati della compagnia, il segno distintivo che non lascia dubbi è l’assenza di un dito. Lo ha fatto sapere il media ucraino Unanian citando anche canali Telegram russi vicini alla compagnia.

La conferma arriva anche dall’Agenzia Federale russa per il trasporto aereo. A bordo del jet che è stato abbattuto a 300 chilometri a nord di Mosca c’erano il fondatore della Wagner Prigozhin, il suo braccio destro comandante Dmitry Utkin, un altro vice del Gruppo Wagner, Valery Chekalov, e altri 4 paramilitari. In tutto 10 persone, i cui corpi sono stati «ritrovati e ricomposti», hanno spiegato i servizi di emergenza.

Invece Putin prende le distanze dall’accaduto e per la prima volta ha rotto il silenzio promettendo “un’indagine approfondita sull’incidente aereo”.  “Ciò che è assolutamente certo è che la commissione investigativa ha già avviato un’indagine preliminare su questo incidente, che sarà portata avanti e portata a termine”, ha detto il leader del Cremlino citato da Interfax aggiungendo: “Vediamo cosa diranno gli investigatori nel prossimo futuro, ora si stanno effettuando gli esami tecnici e genetici, ci vorrà del tempo”.

“Era un uomo dal destino difficile ma di talento”, ha aggiunto Putin sottolineando che il suo ex fedelissimo ha ottenuto “i risultati di cui aveva bisogno” sia “per se stesso”, che “per la causa comune, quando gliel’ho chiesto, come in questi ultimi mesi”.

Di fatto il presidente russo, però, è ritenuto da più parti il vero mandante dell’incidente aereo . “Niente accade in Russia senza che ci sia dietro Putin”, ha affermato il presidente Usa Joe Biden. Il presidente ucraino Zelensky ha precisato che l’Ucraina “non ha nulla a che fare” con l’accaduto ma si è anche concesso una battuta: “Quando chiedevamo ai Paesi del mondo aerei per difenderci non avevamo in mente questo ma qualcos’altro”, ha detto.

Lecito domandarsi cosa accadrà adesso al gruppo Wagner. Secondo l’anali de Il Corriere della Sera i mercenari russi continueranno ad operare in Libia, dove sono attivi dal 2016,  a sostegno del al regime autonomo del generale Khalifa Haftar a Bengasi in contrapposizione a quello di Tripoli. Di diverso avviso è Repubblica secondo cui ormai sarebbe arrivata la fine della  Wagner.  Secondo il quotidiano l’uccisione di Prigozhin potrebbe essere la fine delle operazioni dei mercenari in Africa e senza indicazioni chiare e immediate gli uomini allo sbando potrebbero non avere altra scelta che farsi assorbire da nuovi gruppi.

Repubblica ha fornito inoltre una spiegazione del perchè Prigozhin si sarebbe precipitato a partire dall’Africa. Aveva intenzione di  bloccare il piano di Andrey Averyanov, vice dei servizi militari (Gru), che vuole sostituire la Wagner con la creazione di una nuova brigata di 20mila uomini da spedire nel continente africano.

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